Il Bruxismo: come capire se ne soffri e come puoi intervenire
Ti sei mai chiesto perché al risveglio (ma non solo) hai spesso dolore alla mandibola, ai denti o addirittura all’orecchio?
Il Bruxismo è una condizione che affligge circa 1 italiano su 3 e si manifesta spesso durante la notte comportando dolore e stanchezza, anche muscolare.
Come capire se ne soffri? Quali sono le sue cause e i suoi sintomi? Come si può intervenire?
Scoprilo con noi!
Indice dei contenuti
Il Bruxismo: cos’è e perché si manifesta?
Il bruxismo è un'attività motoria dei muscoli masticatori caratterizzata da contatti ripetuti, sfregamenti o serramento della mandibola.
Il Bruxismo può essere di due tipi:
- Bruxismo diurno
- Bruxismo notturno
Nonostante si possa manifestare anche di giorno, è spesso durante la notte che i denti vengono involontariamente digrignati.
La differenza sostanziale tra bruxismo diurno e notturno, oltre al momento della giornata in cui questa condizione si manifesta, è data dalla consapevolezza del gesto.
Durante la notte, chi soffre di bruxismo non è consapevole di ciò che accade; al contrario, digrignare i denti di giorno viene considerato un comportamento consapevole e di conseguenza più “facile” da controllare o, semplicemente, da individuare.
Perché? Durante il giorno siamo attivi e questo ci aiuta a percepire con più facilità i movimenti della nostra mandibola.
Attenzione! L’uno non esclude l’altro, anzi: solitamente chi soffre di bruxismo diurno, manifesta questa condizione anche di notte. Tuttavia, è più frequente quello notturno rispetto a quello diurno.
Quali sono le cause del bruxismo?
Nonostante, individuare con certezza delle cause per questo disturbo sia difficile, è possibile elencarne alcune:
- Problemi emotivi o psicologici
- Disturbi del sonno
- Ansia
- Stress
- Disturbi respiratori
- Malattie neurodegenerative
- Fumo
- Alcol
- Caffeina
- Droghe
I sintomi
Il digrignamento dei denti è il primo sintomo del bruxismo. Tuttavia, potresti non accorgertene, soprattutto se questa condizione si manifesta durante la notte. Ecco dunque i sintomi che devi tenere d’occhio se vuoi sapere se “bruxi”:
- perdita dello smalto;
- aumento della sensibilità dentale;
- dolore alla mascella;
- dolore alle orecchie;
- fischio alle orecchie;
- dolore ai muscoli della testa e del collo;
- male alla testa;
- tensione muscolare del viso;
- vertigini;
- alterazione dei rapporti occlusali (usura dei denti).
Come intervenire se si soffre di bruxismo: i rimedi
Curare il bruxismo è possibile ma prima è necessario accertarsi di soffrire di questo disturbo. Per farlo, il nostro consiglio è quello di recarsi dal proprio dentista: è proprio lo specialista del sorriso che è in grado di individuare tracce della presenza del bruxismo attraverso una semplice visita di controllo.
Come? Il dentista riesce a notare eventuali lesioni o usura dei denti, ma anche tensioni a livello muscolare (mascella).
Esistono, poi, una serie di esami, e procedure, più specifici che gli permettono di individuare il disturbo. Tra questi il Brux cheker, una sottile guaina che viene indossata durante la notte e che permette di vedere se, e in quale modo, si stringono i denti; e la polisonnografia, che verificano l’andamento del riposo notturno. Quest’ultima viene svolta da un esperto di Pneumologia o di malattie del sonno.
Come intervenire? Quali sono i rimedi?
In primo luogo, può essere consigliato l’uso di un bite, ossia un paradenti realizzato ad hoc sulla base dell’impronta dentale del paziente. Questo protegge i denti durante la notte, evitando lo sfregamento.
Insieme al bite è possibile optare per delle tecniche di rilassamento, in modo da imparare a tenere sotto controllo stress e ansia (tra i sintomi più comuni del bruxismo).
Utilissima, un app (Brux App) che aiuta i pazienti a stabilire come si comportano i denti durante il giorno.
Tutto questo, però, deve essere valutato da una figura esperta: il tuo dentista.
A questi rimedi è possibile aggiungere una serie di pratiche che aiutano a prevenire il bruxismo o, se già se ne soffre, controllarlo.
Fare attività fisica o altre attività per ridurre lo stress, evitare alcolici o ridurre/evitare l’assunzione di caffè o tè dopo cena.
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Mi sono laureato nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano. Da quel momento il mio impegno è stato di mettere il paziente al centro; per fare questo l’ascolto è fondamentale. Il mio obiettivo è trovare delle soluzioni durature con le quali il paziente si senta a proprio agio.